Esiste una teoria secondo cui il peso sarebbe regolato attorno a un punto fisso (set-point) da complicati meccanismi fisiologici, che si oppongono a ogni tentativo di modificarlo. Di conseguenza, la regolazione del peso corporeo funzionerebbe come il termostato di una caldaia che controlla la temperatura di una stanza, tarato a un certo livello fisso. Nel controllare il peso, il corpo umano lavorerebbe allo stesso modo e risponderebbe a ogni variazione ponderale, aumentando o diminuendo il dispendio energetico o influenzando la quantità/qualità del cibo assunto. Quindi, secondo questa teoria, nel corredo genetico è determinato un peso “ideale” che può essere diverso da quello ottimale o da quello desiderato,
È necessario correlare il peso all’altezza per ottenere un parametro, definito come Indice di massa corporea (IMC) o Body Mass lndex (BMI), che è:
IMC = peso/altezza2 (kg/m2).
Gli intervalli sono:
<18.5 = magrezza 18.5-24.9 = normalità 25-29.9 = sovrappeso 30-34.9 = obesità di grado I 35-39.9 = obesità di grado II >40 = obesità di grado III.
Anche l’Indice di massa corporea ha i suoi limiti, fra cui il fatto che è meglio riferibile a un gruppo di individui che non al singolo; inoltre, un indice pari a 30 può essere il valore di una persona obesa, ma anche di un atleta. Infatti, l’Indice di massa corporea non è un valore sufficientemente adeguato per determinare come è distribuito il grasso corporeo.
Per questo è necessario prendere le misure della circonferenza della vita e dei fianchi e rapportarli tra loro. Se il rapporto ottenuto è maggiore di 1 per il sesso maschile e di 0,8 per quello femminile, allora parleremo di obesità androide o centrale, più tipica nell’uomo: in questo caso il grasso è localizzato prevalentemente a livello addominale ed è più pericoloso per la salute, cioè è correlato a un aumentato rischio di problema cardiovascolare e metabolica (ipertrigliceridemia, ipertensione, diabete mellito…); questo tipo di obesità risponde molto bene a un trattamento dietetico. Se il valore ottenuto è inferiore a questi parametri, allora parleremo di obesità ginoide o periferica, tipica della donna: il grasso è prevalentemente localizzato a livello gluteo-femorale; è un grasso non pericoloso dal punto di vista della salute, ma risponde poco al trattamento dimagrante; questo tipo di distribuzione, come vedremo più avanti, è correlato a un aumentato rischio di sviluppare la cellulite.
Risulta essere necessario controllare il proprio peso corporeo, ma è anche vero che la bilancia non deve assolutamente diventare un’ossessione. È sufficiente pesarsi non più di una volta al mese, sempre lo stesso giorno (per esempio il lunedì), alla stessa ora (prima di colazione) e nelle stesse condizioni (nudi o in biancheria intima), poiché il peso risulta diverso nell’arco della giornata per i diversi stati di idratazione e di nutrizione.
Più del peso, dell’Indice di massa corporea o della circonferenza, è interessante conoscere la nostra composizione corporea. Questo valore in sé può avere un significato relativo, ma se lo consideriamo nel corso di una variazione del peso o di un regime dimagrante, indica se tale cambiamento è avvenuto in maniera salutare o meno. Il corpo può essere distinto in due compartimenti, la massa magra e la massa grassa: la massa magra è costituita da acqua, proteine (muscoli e organi), minerali (in particolare lo scheletro) e glicogeno (lo zucchero di riserva) e la massa grassa è il solo tessuto adiposo.
Le metodologie per misurare la composizione corporea sono varie, di queste, alcune sono decisamente costose e in qualche caso invasive; nello studio specifico dell’obesità i metodi che possono trovare un’applicazione pratica sono la densitometria a doppio raggio X (DEXA) e la bioimpedenziometria (BIA), misurabile a casa con una bilancia impedenziometrica tipo queste. La composizione del corpo varia da individuo a individuo e questa differenza si riflette su un diverso fabbisogno energetico. Infatti, con l’avanzare dell’età, si verifica una progressiva perdita di massa muscolare e, di conseguenza, una diminuzione del fabbisogno energetico. Inoltre, nei maschi e nelle persone che praticano regolare attività fisica, la massa muscolare è più sviluppata e, di conseguenza, la richiesta di energia è maggiore.
La massa magra si dice “metabolicamente attiva”, cioè è quella che consuma energia, mentre la massa grassa ne è solo un deposito. Quindi, maggiore è la percentuale di muscolo, maggiore è il metabolismo basale e maggiore sarà il fabbisogno di energia.
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Katarina Riem è una blogger appassionata di bellezza, cucina, giardinaggio e lavoretti fai da te. Sul suo sito personale, pubblica guide dettagliate su come realizzare progetti creativi, ricette deliziose e consigli utili per la cura della bellezza.